L’occasione informale di un aperitivo in compagnia, per raccontare la storia degli stampatori da Sabbio, di antichi volumi e delle tecniche di stampa dell’epoca, tra musica, reading e spettacolo.
Un’apertura straordinaria per offrire una nuova dimensione di fruizione del Museo.
Buonasera a tutti e benvenuti al nostro (primo) AperiMuseo!
Ci troviamo in questo cortile per entrare in contatto con una nuova realtà museale, nata da un’intuizione, maturata anni fa, cha ha suscitato interesse e attenzione attorno agli stampatori originari di Sabbio, di cui il Comune ha raccolto, dal 2008, una piccola selezione di volumi, acquisiti per lo più per donazione.
Approfondendo le testimonianze del passato, il prof. Alfredo Bonomi, storico appassionato di libri, decise che era forse arrivato il momento di valorizzare questo importante patrimonio bibliografico antico, facendo conoscere a tutti che, tra i più grandi e importanti stampatori dell’epoca, c’erano proprio intraprendenti artigiani provenienti da Sabbio Chiese.
Ed è così che dopo diversi incontri e riunioni, e grazie in particolare al coinvolgimento della prof.ssa Michela Valotti e dell’amministrazione comunale, nel 2017 è stato istituito un gruppo di lavoro “per la memoria e la valorizzazione degli stampatori originari di Sabbio Chiese”, con l’obiettivo di promuovere iniziative culturali volte a far conoscere il valore storico e l’importanza della stampa nei secoli. Il gruppo mira a creare un significativo polo culturale nella Valle Sabbia, ricostruendo la memoria degli stampatori sabbiensi e la loro straordinaria esperienza, arricchendo così il patrimonio culturale locale.
Dalla ristrutturazione dell’edificio, generosamente donato dal professor Bonomi al Comune con lo scopo di costruire il museo, alla ricerca dei volumi storici ora di proprietà del museo, il percorso non è stato semplice, ma grazie all’impegno di tutte le persone coinvolte e della comunità, l’obiettivo è quasi raggiunto. Ci vorrà ancora del tempo per completare il museo secondo la nostra visione, ma siamo certi di essere sulla strada giusta.
Ottavio Rossi, storico bresciano, già nel 1616 metteva in luce le caratteristiche delle famiglie di Sabbio, che a partire dal XVI secolo emigrarono verso Venezia, allora principale centro dell’editoria italiana, per lavorare nelle stamperie. Gli stampatori di Sabbio non si fermarono a Venezia, ma si diffusero in molte città italiane, europee e persino nel “Nuovo Mondo”, dove si pensa che un certo Giovanni Paoli da Sabbio aprì la prima stamperia, a Città del Messico, nel 1539.
L’impiego degli artigiani di Sabbio nel settore librario divenne un caso accertato per almeno un secolo. I giovani di Sabbio, da buoni valsabbini, partendo dal lavoro nelle cartiere del lago di Garda, riuscirono rapidamente a trasformarsi da semplici lavoratori in imprenditori autonomi. Non si limitarono a eseguire lavori di abilità tecnica, ma si distinsero per la loro capacità di selezionare e diffondere conoscenza. Nei primi secoli della stampa, lo stampatore era la figura centrale nella produzione del libro, ricoprendo il ruolo di selezionatore dei testi, finanziatore, tipografo e commerciante. La crescente consapevolezza dell’importanza del loro lavoro portò gli stampatori a inserire il proprio nome nei frontespizi, spesso accompagnato dalla marca tipografica. In particolare, Stefano Nicolini da Sabbio, decise di includere nella sua marca il disegno raffigurante il ponte sul fiume Chiese, a richiamare la sua provenienza.
Nonostante il declino della memoria degli stampatori di Sabbio, una serie di studi condotti a partire dalla fine del 1800 ha permesso di riscoprire l’importanza di queste famiglie, tra cui i Nicolini, i Venturi, i Tini, i Degli Antoni, i Bericchia, i Carampelli, i Pelizzari, i Baruzzi, i Comincioli, i Comencini e i Rosa. Ǫueste famiglie, partendo da piccole imprese a conduzione familiare, hanno creato vere e proprie dinastie di tipografi, librai ed editori, contribuendo così a far conoscere anche il nostro bellissimo paese.
Per fare un museo non bastano i muri. Parallelamente al cantiere “delle cose”, si è dato avvio, dal 2023, al cantiere “delle idee” che ha coagulato un gruppo di lavoro spontaneo, di cui fanno parte una ventina di cittadini, giovani e meno giovani, interessati a “prendere parte” al progetto.
Mettere in gioco disponibilità di tempo e di competenze significa pensare il museo in termini di “laboratorio di cittadinanza”, presidio culturale per la comunità che lo vive e lo abita. Significa, soprattutto, “esporsi”, più che “esporre”.
Il museo come “nuovo vicino di casa” è stato lo slogan con il quale l’amministrazione comunale ha avviato idealmente, il 14 novembre 2022, il progetto partecipato, presentando ai cittadini i percorsi operativi sul fronte museale. Il 2 dicembre 2023, inoltre, la comunità è stata chiamata nuovamente a raccolta, all’insegna dell’evento inaugurale “il museo ci mette la faccia.ta”, a ribadire che la definizione delle linee architettoniche del contenitore procede di pari passo con l’impegno fattivo dei componenti del gruppo di lavoro, responsabili, oltre che “eredi” di questo patrimonio bibliografico, materiale e immateriale.
Obiettivo specifico del nostro progetto è, in particolare, l’attivazione, la progettazione e lo svolgimento di iniziative, nella forma di laboratori per famiglie, corsi divulgativi, organizzazione di convegni destinati ai diversi pubblici, oltre a momenti conviviali, come questo.
Nei mesi di maggio e giugno presso i locali del Museo si è svolto un Corso di formazione per curiosi e appassionati, dal titolo A tu per tu con il libro antico, una pagina alla volta.
Nel mese di settembre, in occasione della Giornata internazionale dell’Alfabetizzazione verranno presentate iniziative in collaborazione con il MAVS-Museo Archeologico della Valle Sabbia, sul tema Per segni e per scritture - Alfabeti attraverso i secoli.
Nel corso dell’anno scolastico 2024/2025 saranno sperimentate attività didattiche con le scuole che prevedono collaborazioni anche con il Museo della Carta di Toscolano e la Biblioteca Queriniana di Brescia.
Ǫuesta sera avrete la possibilità di visionare alcuni testi della nostra collezione e, grazie alla preziosa collaborazione di Flavio Richiedei, di ammirare alcuni degli strumenti utilizzati per la stampa nel Cinquecento, come caratteri mobili, sgorbie, matrici, filigrane e molti altri oggetti interessanti.
Per concludere, un ringraziamento particolare a tutti coloro che stanno offrendo con generosità tempo e competenze per la realizzazione del Museo Stampatori e, soprattutto, ai donatori dei volumi, poiché senza il loro contributo tutto questo non sarebbe stato possibile.
Sabbio Chiese, 29.08.2024
Museo Stampatori «da Sabbio»